Ogni giorno in tutto il mondo, 8 persone su 10 utilizzano i Social Network. Ma siamo a conoscenza del reale impatto che questi possono avere nelle nostre vite?
L’essere umano è caratterizzato da bisogni da soddisfare. Spesso percepiti come vuoti incolmabili: affetto, amore, accettazione, rispetto e appartenenza. A parlarne per primo fu il sociologo Abraham Maslow che nel 1954 propose un modello piramidale basato su una precisa gerarchia di bisogni che le persone sentono di dover soddisfare per essere felici, da quelli basilari come l’intimità sessuale a quelli più importanti come l’assenza di pregiudizi e l’autorealizzazione.
Un po’ come ci racconta uno degli episodi della serie tv distopica Black Mirror prodotta da Charlie Brooker, gli esseri umani tendono a essere felici della loro esistenza quando tutti i loro bisogni sono quindi soddisfatti e raggiunti. E non stiamo parlando di lavoro o passioni comuni, come l’arte o il baseball. Alla base di questi impulsi c’è il desiderio di essere compresi, accettati e inclusi all’interno di uno status che da un punto di vista concettuale rappresenta la piena realizzazione identificativa. Se sono come lui/lei sono felice; se appartengo allo stesso gruppo di questa persona sono felice; se posseggo il suo stesso oggetto sono felice.
Ad intensificare questi bisogni sino a spingere l’essere umano ad attacchi di panico, disturbi dell’ansia e depressione sono soprattutto i Social Network. Specchi audio-visivi di una realtà secondaria non materiale che trasfigura e immortala modelli di vita utopici. Selfie, stories, like, commenti e condivisioni sono le nostre nuove dipendenze, ancora più letali delle droghe comuni. Più aumentano quei numeri più il nostro bisogno di esseri apprezzati viene soddisfatto. Se così non è ci sentiamo profondamente negati a quel modello di realtà a cui aspiriamo di appartenere.
I Social Network e l’aumento di ansia e depressione
A confermare tale teoria è uno studio effettuato dalla Royal Society For Public Healthy britannica che nel 2017 evidenziò quanto effettivamente i Social Network siano diventati parte integrante della salute mentale di adolescenti e ragazzi/e che si affacciano alla prima fase dell’età adulta. Dai dati della ricerca si evince un aumento dei casi di disturbi dell’ansia e depressione in Inghilterra dovuti ai Social Network del 70% negli ultimi 25 anni.
La ricerca ha, inoltre, evidenziato come col passare degli anni la richiesta di giovani donne e uomini di sottoporsi a interventi chirurgici per somigliare al proprio influencer preferito sia aumentata drasticamente. I Social Network generano, dunque, anche una forte propensione al fenomeno dell’emulazione, sia fisica che psicologica. Ma non è tutto. Perché una buona fetta della torta spetta al cyberbullissimo che intacca spesso e volentieri la salute mentale dei più piccoli attraverso la diffusione di immagini e scritte diffamatorie. Provocando autolesionismo, depressione e disturbi alimentari.
Tuttavia, l’associazione britannica si fa promotrice di un movimento in favore di un corretto utilizzo dei Social Network; spingendo così esperti ed educatori a un insegnamento degli effetti positivi di questi potenti nuovi mezzi di comunicazione. Con la speranza che i bisogni di giovani e adulti si trasformino in atti di coraggio.
Articolo di Fabiola Fiorentino, food writer e autrice del blog Mangiasanoevivimeglio.
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